Le arcane visioni di TINA LUPO
Quando L’arcaico e il contemporaneo si incontrano sulla scia di uno stile elegante e seducente , nella ricerca incessante attraverso il tempo metafisico e il ricordo , l’attesa, l’introspezione, l’oblio, ecco che troviamo le opere dell’artista Tina Lupo , allieva del grande maestro Umberto Mastroianni.
Dopo gli studi accademici a Bologna fa viaggi a New York ed ora la sua arte ben orientata si sviluppa su diversi ambiti disciplinari : la scultura ,la pittura e le creazioni orafe . Ricerca plastica come vero ponte di congiunzione tra simbologia e mistero , forme che riflettono ascendenze mediterranee arcaiche che trovano nuova fisionomia e linguaggio. Letture di una geografia della psiche che rintraccia aspetti arcaici e surreali. Le sculture in metallo bianco brunite e le tecniche miste su tela forgiano e rivelano una identità di tipo archeologico –simbolico , il segno e la materia si fanno reperto ritrovato e riassorbito nello spazio circostante. Assistiamo , grazie a questa straordinaria interprete , ad un ritorno all’origine degli elementi: il ritmo dei piani , il disegno metamorfico , la semplificazione anatomica verso strutture geometriche e animiste , plastiformi e filiforme capaci di portar la mente ad una umanità leggendaria e fiabesca.
Scenari di luce e materia in un lento cammino degli indizi da scoprire, di storie da raccontare e versi da ascoltare.
Ma la sintesi linguistica non consuma l’aspetto figurativo, ma anzi evoca il vero, la riduce a sagoma , la ritaglia , la deforma ad uno spirito decorativo e magico; ne fa una neo-immagine primitiva , come nuovo manufatto di una preistoria riscoperta. L’arte è una forma di comunicazione che chiede riflessione , chiede di aprire un dialogo , di creare una dimensione atemporale : non ci chiede di esprimere giudizi , ma di pensare al senso di una ricerca. Qui l’arte non è celebrazione , bensì interrogazione arcana . Percorsi di un astrattismo contaminato da storie oniriche e di una eleganza naturalistica e dai timbri decisi, improntato costantemente alla ricerca. Il silenzio veste completamente ogni opera con un rigore e una dottrina senza tempo, nel silenzio c’è la concentrazione e l’enigma , la fede e la scienza , i sensi incantati e l’esoterismo; così , in proposito, la stessa artista scrive: per me l’’Arte è un linguaggio silenzioso, è il linguaggio silenzioso di un processo alchemico che può ridestare nel cuore umano ciò che di sacro l’anima nasconde, ma solo per chi ha orecchie per intendere “. I lavori di Tina Lupo sembrano quelli dei sui antenati più remoti , un percorso avvincente , un percorso sviluppato per temi e iconografie , basato su un gioco di rimandi , di sguardi incrociati fra capolavori, sottratti alla dimensione del tempo e ricollocati nello spazio della contemporaneità. Un itinerario attrattivo che sfoglia oggetti rituali, superfici fluide umane, ombre antiche dall’aspetto celebrativo, paesaggi silenti dall’impaginazione metaforica di pregiata intuizione e stile.
Questo viaggio poetico mi conduce ad una frase di estremo fascino di José Saramago : “ Il viaggio non finisce mai.“ Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto “ non c’è altro da vedere “, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Ora il viaggio continua verso nuovi luoghi e archetipi da rivelare ed altri miti ancora da percorrere dal cuore all’anima .
Prof. Danilo Giusino – 2014