Esiste un altrove dove tutto è deciso :  un luogo dove le ingiustizie vengono riparate  e l’armonia  garantita . In questa altra parte di universo , dove i sogni  assumono i contorni  di un reale risanato , i personaggi di Tina Lupo presidiano lo spazio,  popolandone le rive  e difendendole  da assalti  indesiderati.    Per giungere in questi  lidi carichi  di fascino e di mistero , che vengono rievocati dall’artista  per questa occasione espositiva , è necessario intraprendere un ardito viaggio, varcando la soglia  di un ingannevole specchio per andare incontro all’ignoto.  Rivelarci la direzione  da seguire per giungere alla destinazione , resta  compito del complesso apparato simbolico elaborato dall’artista che, dopo approfonditi e consolidati studi sulle antiche civiltà , ne enuclea  le caratteristiche salienti per invogliarci a una strada  che sia rinascita  consapevole , presa di coscienza  della sostanza del bene e del male , antagonisti  forieri di equilibrio.

Destinati  per loro stessa natura a favorire l’incontro, il riconoscimento , la riunione successiva  al ritorno,     i simboli della Lupo non si affacciano dall’opera , bensì  ne costituiscono la natura più intrinseca , diventando capaci di dialogare non solamente con l’occhio dell’uomo ma con il suo inconscio più profondo, attraverso un archetipico linguaggio che non necessita di parole.   Figure fuori dal tempo, al di sopra di tutti i tempi, i protagonisti di Tina Lupo assumono di volta in volta le fattezze di  guardiani , semidei ,  esseri mitologici, demoni, il cui aspetto rituale sposa l’attitudine lirica  nell’elaborazione personale   di  un’articolata cosmogonia. Vere e proprie icone del mistero , queste stabili presenze narrano storie  eterne di morti necessari e per una consapevole  rinascita, ponendosi  a  protezione dell’intimità dell’uomo e del suo più elaborato lessico   interiore.   Una  continua ricerca  sul rapporto che unisce umano e divino trapela dalle  equilibrate  forme  elaborate dall’artista che indaga , attraverso le proporzioni  geometriche , la relazione tra  visibile e invisibile,  i  titoli rivelano  un cammino in continua ascesa , costellato dalla cosciente cognizione di  una necessità di evoluzione che passa anche attraverso la capacità  di identificare e nominare ciò che  si  attraversa, sciogliendo enigmi di antica creazione .  Una  morte metaforica è sempre necessaria per originare una trasformazione  carica di nuove possibilità :  forme saldamente ancorate al suolo  svettano verso l’alto al pari di piramidi o menhir  che indichino una dimensione trascendente , avvolte da una luce  trasfigurante che nelle sculture si irradia dalla lucidatura  del metallo.    Il triangolo, attore principale , si staglia sulla scena  artistica  con la presenza scenica  di una Grande Dea , capace di rigenerare vita nuova  dal proprio grembo.   A guardarla bene , questa dea  riporta alla mente qualcosa di familiare , che risponde a molti nomi,  ma che prima di tutto  risponde  alla funzione di ricordare all’uomo la sua necessità d i ricorrere al simbolo per decifrare un mondo che  egli stesso è capace di intuire prima ancora  che di definire.   Attraverso un’arte che è poetica dell’inconscio, Tina Lupo ricorda all’uomo di essere fatto di terra  e  di cielo.



                                                                                                                         Francesca Bogliolo